Il Castello di Pavarolo: la residenza medievale vissuta e amata da donne di carattere
Un decreto dell’anno 1047, firmato dall’Imperatore Arrigo III, conferma il possesso del castello da parte dei Canonici di Torino, detti del Salvatore, infeudati dal vescovo della stessa città. Oggi grosse pietre rotonde di fiume, costituenti la base dello spigolo sud-ovest e forse residuo di un ancor più antico castelliere, rammentano tali epoche. Un successivo documento del 1235 menziona l’alleanza del Comune di Chieri con il Barone di Pavarolo.
Nel 1264 Goffredo di Montanaro, Vescovo di Torino, consegna il castello ai figli ed a un nipote del cittadino chierese Signorino Balbo. In tale epoca vengono iniziati consistenti lavori di trasformazione, tra i quali primeggiano per bellezza i soffitti a cassettoni dettagliatamente dipinti al piano nobile. Nel 1354 il territorio chierese, e con esso Pavarolo, passa sotto la giurisdizione di Amedeo VI di Savoia.
Diversi sono i proprietari che si succedono sino al 1394, quando le milizie del casalese Facino Cane – al soldo del Duca del Monferrato intenzionato a contenere le mire espansionistiche dei Savoia – devastano il territorio ed occupano il castello installandovi una propria guarnigione. Nel 1399, i chieresi riconquistarono il castello, con un assedio in cui vennero feriti 17 dei 20 difensori monferrini; il feudo fu quindi affidato ad Antonio Simeone Balbis. Tracce di questi eventi bellici sono ancora leggibili sulla facciata del castello rivolta a Sud, dove sono presenti la base di sostegno della torretta angolare posta sullo spigolo Ovest (la bertesca), e le ricuciture della zona corrispondente alla torretta che era probabilmente presente sullo spigolo Est.
Nei due secoli successivi la proprietà risulta frazionata tra numerosissimi proprietari, in alcuni casi possessori di percentuali minime. Le conseguenti necessità di soddisfarne le molteplici esigenze, oltre alle tracce ancora visibili di un incendio, furono forse all’origine della radicale ristrutturazione effettuata in quegli anni. Si ampliò la cubatura e, pur mantenendo invariata l’altezza complessiva del castello, si accrebbe la capacità ricettiva inserendo un nuovo piano tra il piano terreno ed il primo piano. Ciò fu attuato demolendo la soletta del pavimento tra il piano terra ed il piano nobile, e realizzando due nuovi solai (pavimenti dell'attuale primo e secondo piano), ripartendo il nuovo spazio così ottenuto su tre piani dotati di un maggior numero di locali. Le nuove planimetrie imposero, però, il tamponamento delle preesistenti pregevoli finestre gotiche e l’apertura di nuove finestre adeguate ai nuovi piani ed agli accresciuti locali del castello.
Nei primi decenni del 1700 figura quale esclusiva proprietaria la Contessa Anna Maria di Piossasco, vedova del Conte Giuseppe Antonio Simeone Balbis. Essa realizzò al secondo piano un Oratorio privato, ancor oggi presente, in cui era celebrata giornalmente la S. Messa.
Nel 1736 il Castello di Pavarolo, insieme a quello di Montaldo, passò in proprietà ad Alessandro Ferrero d’Ormea. Egli fu, verosimilmente, l’artefice di una nuova ala per la scuderia, di una sovrastante area per il deposito di foraggi e dell'innalzamento della torre già esistente che oggi caratterizza il Castello.
Una stampa del castello, realizzata dall’incisore piemontese Francesco Gonin nel 1850, indica come proprietaria una Contessa Gloria. Questa lasciò il castello al figlio primogenito che, nel 1867, lo vendette a Donato De Benedetti. Il di lui figlio, Ezechiele, nel 1881 lo rivendette ad Edoardo Pansoja di Borio che, a sua volta, nel 1884 lo cedette a Malvina Ganerì, figlia del Console inglese a Torino. Ella intraprese consistenti lavori di riadeguamento funzionale degli interni, di controsoffittatura e di decorazione delle pareti in stile neo-gotico anglosassone.
Nel 1920 ella vendette il castello a quattro imprenditori (Paletto, Beltramo, Piovano e Vigna) che, solo pochi anni dopo, nel 1924 lo rivendettero al casalese Francesco Zavattaro Ardizzi. Sua moglie Giuseppina Cigala Furgosi avviò i primi consistenti lavori di restauro conservativo abitandolo stabilmente per lunghi periodo.
Il Castello di Pavarolo continua oggi ad appartenere alla famiglia Zavattaro Ardizzi, di origine monferrina, che ha avviato consistenti lavori di consolidamento e di restauro conservativo e stabilmente lo abitano.